“DI ASINI E DI BOSCHI”. Il libro di Alfio e Fiocco
“Un animale nato per essere libero, una volta rinchiuso , diventa l’ombra di se stesso. Lo stesso si può dire degli uomini, chiusi magari inconsapevolmente in una gabbia virtuale creata dalla società. Alcuni, forse, ci stanno bene. Altri, soffrendo, si adattano. Altri ancora cercano di evadere. La natura è la via della salvezza“.
Forse oggi ancora più di prima possiamo capire profondamente la verità di queste parole, scritte in un diario di viaggio da Alfio Scandurra, e ora pubblicate nel recentissimo “Di asini e di boschi” (Ediciclo Editore). Quanti di noi, oggi, sentono (finalmente?) l’impulso a correre verso la natura, quella natura – gli animali, le piante, il cielo, l’aria, le acque – che si sta godendo, lei sì, la primavera.
Ma quanto ancor più tutto questo potrà mancare a chi, come Alfio, nella natura vive e lavora ogni giorno, e con l’asino Fiocco si incammina, ritornando ad una vita antica, fatta di fuochi accesi, accampamenti, silenzi e voci del bosco.
Come accade a chi capita, un giorno, di incontrare l’asino sul proprio sentiero e sceglie di restargli accanto per sempre, anche per Alfio si è trattato di una rinascita, che oggi racconta in un libro semplice nelle parole, ma così intenso e commovente, quando abbandonati alla sua lettura ritroviamo quello che, dentro, siamo.
Un libro bello per chi già conosce l’asino – perché bello è pensare “Sì!, è proprio così!”- ma interessante anche per chi l’asino l’ha visto solo da lontano, e grazie alle condivisioni dell’autore potrà scoprire un mondo nuovo. E tuttavia anche tra coloro che con quell’amico dalle lunghe orecchie trascorrono gran parte della loro esistenza non se ne troveranno molti con la fortuna – e anche il coraggio – di potersi avventurare in un bosco di notte, e di trascorrere ore, giorni, da soli con quel meraviglioso animale, riuscendo così nel tempo a trovare un canale comunicativo perfetto, e a stare, davvero, insieme.
Alfio Scandurra, professione tree climber, racconta qui anche il suo Friuli, chiama ogni albero con l’esatto nome, ne sa descrivere le qualità e anche, sì, i comportamenti. Ma, soprattutto, racconta il suo rapporto con Fiocco, l’asino che lo segue ovunque, l’asino anarchico con tutti, tranne che con il suo amico Alfio. E racconta con tale rispetto e devozione che siamo certi che qualcosa avrà tenuto nascosto, noto solo a loro due.
Citazioni dal diario di viaggio introducono ogni capitolo, che racconta una storia di vita a partire dai ricordi di infanzia, che dal Friuli si spostano fino alla Sicilia, terra dei nonni, e alle campagne intorno ad Acireale, dove Alfio ha capito sin da piccolissimo la vita che avrebbe voluto fare. Sogni mai sopiti neppure in città, a Pordenone, dove quel giorno, giocando a nascondino… “sono salito su un salice piangente e mi sono trovato così bene lassù che mi sono fermato anche a gioco finito. Sono scomparso fino a sera, mentre tutti continuavano a cercarmi e io li osservavo in silenzio”. Potremmo dire che Alfio non è mai sceso, da quel salice, e ancora da un posto in alto scruta, in silenzio, il mondo. La sua vita di oggi, racconta, è proprio quella sognata e voluta sin da quei tempi, e l’unica cosa diversa sono i suoi capelli, non più rapati a zero come voleva il nonno.
Il rapporto con Fiocco è maturato nel tempo. Come succede a tutti coloro che si impegnano ad ascoltare l’asino, a capire cosa sia meglio per lui, a interagire, la strada non risparmia paure, dubbi, errori. È per questo che ci aiuta a crescere ancora un po’. E le pagine del libro rendono conto anche del coraggio di affrontare i propri limiti, di porsi nuove domande, di operare scelte difficili.
A prescindere dalle attitudini e dalle scelte (o obblighi) di vita certamente tutti noi ritroviamo, in queste pagine, il desiderio di guardare oltre. Conosciamo forse tutti lo spinarello dal ventre rosso? Abbiamo trascorso il nostro tempo osservando gli orbettini? Questa è stata l’infanzia di Alfio. Che non ama gli spazi urbani e ne fugge tenendo sotto braccio Walden di Thoreau. Leggendo degli asini e dei boschi, possiamo compiere un viaggio in un mondo per tanti di noi lontano, ma almeno in parte possibile. Ci accompagneranno sempre gli occhi di Fiocco, che ci guarda distratto mentre tutta la sua attenzione, un attimo dopo, torna a quell’umano a lui così vicino.