286 OCCHI RICONOSCENTI. Cronaca di una passeggiata speciale

 

Li guardo, immersi in un tempo e uno spazio che sembrano nati con loro, e dove loro sembrano risiedere da tutta una vita.

E così mi dimentico che ognuna di quelle vite, oggi, è un recupero. Un nuovo corso, a volte più facile, a volte difficilissimo.

Poi guardo meglio, e vedo – anche – schiene troppo curve, zoccoli insanabili, protesi, orecchie (proprio quelle meravigliose orecchie…) piegate, spezzate. I segni a volte indelebili della cattiveria subìta. E chissà come fa, la maggior parte di questi asini, ancora a volerci bene, a venire subito a salutarmi curiosamente, ad accettare le mie mani su di sé.

AsiNews5Succede perché sono al Rifugio degli Asinelli di Sala Biellese, sede italiana del The Donkey Sanctuary, e passeggio con Barbara Massa, la Country Manager. Gli asini vanno prima da lei, è ovvio. Sembrano chiederle – non si sa mai – un’ulteriore conferma: è amica, questa tizia, vero? Ma appena avuto rassicurazioni eccoli (con l’eccezione, come si diceva, di chi – e come non capire – non può proprio farcela a fidarsi ancora una volta) eccoli annusarti la mano, conoscerti con i labbroni, tendere le orecchie lunghe verso di te, offrirti quello sguardo.

Centoquarantatré esemplari sono oggi protetti e accuditi nel Rifugio, divisi tra piccolotti e giganti, vecchietti e giovincelli, malati o in quarantena, ciccioni a dieta e magrolini, nervosetti e paciosi, muli e bardotti.

Non è tutto facile, anzi. Barbara Massa tiene a non parlare di “disturbi comportamentali” (“se sto chiedendo ad un asino di darmi lo zoccolo, ultima cosa che farebbe di sua sponte, e non vuole farlo, sarà mica un disturbo comportamentale, no?”) ma inevitabilmente si deve scendere a compromessi, nel nostro rapporto con gli animali, e chieder loro uno sforzo di socializzazione, soprattutto quando l’alternativa non sarebbe stata il pascolo libero felice, ma la tortura prima della morte. Perché qui parliamo di bruciature di sigaretta sul dorso, tanto per fermarsi ad un solo esempio. Servirebbe dunque con questi individui (sì, individui, ognuno con la propria storia ma anche con propri carattere e personalità) il rapporto one to one. Al Rifugio (sedici persone assunte, qualche volontario e stagisti) riescono a garantirlo ai casi più bisognosi, e poi c’è un mucchio di altro lavoro: pulizia delle stalle (enormi, ma nel rispetto della libertà tutte con accesso all’esterno), grooming due volte al mese (più quello che felicemente vanno a fare gli ospiti nella giornata mensile dedicata), pesata mensile (dura un paio di giorni, all’inizio era una settimana perché gli asini non erano ancora abituati alla fila…), giro “infermieristico” quotidiano, distribuzione cibo… e stiamo parlando solo del lavoro all’esterno, e di routine, al quale si aggiunge quello d’ufficio e quello di accoglienza dei nuovi arrivati se non di emergenza.

Qualche asino ora lavora, lì al Rifugio. Come Oscar, perfetto terapeuta per persone con disturbi psicologici. E’ tra i piccoli e cicciotti, e sfoggia un rassicurante manto bianco. Qualcuno ha il collare blu con nome e cognome: è stato adottato a distanza da persone che devolvono circa mille euro all’anno per il suo benessere. Ma anche una cifra molto più bassa, di soli 24 euro all’anno, fa felice qualche asinello e i suoi amici umani del Rifugio. Nata nel 2006, la Fondazione copre le spese sia tramite i finanziamenti della sede internazionale sia, ed è la parte preponderante, dalle donazioni dei privati, che sono – “ecco la notizia bellissima!” sorride Barbara – sempre in aumento.

4 asini rifugio

L’accesso al Rifugio – con la sola esclusione di aree protette perché occupate da animali in quarantena o malati – è libero e gratuito: un modo per offrire questa bella opportunità a chiunque e per mostrare a chi devolve il proprio denaro o sta pensando di farlo dove vanno a finire i soldi.

Vanno a finire, anche, nella cura dei grandi pascoli a disposizione della popolazione asinina, nelle stallette mobili trasportabili, nell’infermeria, nei mangimi speciali per chi ne ha bisogno, nei recinti, e potete immaginare in quante altre mille attività e necessità.

Vanno, ancora, a finanziare parzialmente una borsa di studio per una giovane laureata in medicina veterinaria che sta seguendo gli esami sugli asini eseguiti su indicazione del professor Vincenzo Veneziano dell’Università di Napoli, che sta dirigendo un preziosissimo lavoro di ricerca. Già citato in un nostro precedente articolo relativo al convegno Sive di quest’anno, il Professor Veneziano si occupa delle malattie parassitarie dell’asino, concentrandosi in particolare su temi quali la sicurezza ed efficacia dei farmaci sugli asini, le indagini epidemiologiche sulle principali parassitosi degli asini e la valutazione dello stato di benessere dell’animale.

“La scarsità di riferimenti bibliografici in merito alla gestione e controllo delle parassitosi e all’efficacia degli schemi di trattamenti antiparassitari nell’asino – ci spiega –  è dovuta al fatto che, trattandosi di una “specie minore”, risultano alquanto scarse le ricerche su questo animale e antieconomico per l‘industria farmaceutica condurre studi volti alla registrazione di farmaci ad hoc.

Difatti le ricerche condotte sull’asino circa il dosaggio, la sicurezza di utilizzo, l’efficacia, i tempi di persistenza nelle carni e nel latte dei farmaci antiparassitari risultano estremamente limitate. Per tale motivo, nella pratica, agli asini vengono somministrati gli antiparassitari autorizzati per cavalli pur senza un’apposita base scientifica inerente posologia, sicurezza  ed efficacia e tempi di sospensione”.

Grazie ai fondi del Rifugio e alla convenzione tra questo e il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Napoli, attiva da tre anni, il Prof. Veneziano e i suoi collaboratori possono garantire una ricerca di straordinaria importanza.

AsiNews2 - Copia

Anche di questo parliamo con Barbara mentre passeggiamo, seguiti dallo sguardo curioso e attento di questi splendidi animali che qui hanno finalmente conosciuto l’amore degli umani.

La saluto dopo due ore, e dopo un giro finale nel bel negozio di gadget, anch’esso utile al sostentamento (non posso non acquistare due tovagliette per la colazione dalle quali ogni mattina sbucheranno quei musoni). Mi stringe la mano e mi dice “Grazie per avermi costretta oggi a stare fuori dall’ufficio”. E sta guardando, intorno a sé, duecentottantasei orecchie lunghe, qualcuna un po’ storta ma ora non fa più male.

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Il Rifugio degli Asinelli si trova in Via per Zubiena 62 a Sala Biellese (BI)

E’ sempre aperto tranne che nei giorni di Natale e Capodanno e osserva questi orari: dal 1 aprile al 30 settembre 10–18.30; dal 1 ottobre al 31 marzo 10-17

Telefono: 00 39 015 2551831