EDUCARE L’ASINO A DARE I PIEDI

 

Corsi all'opera 2Per un animale come l’asino, che in un contesto del tutto naturale sarebbe una preda, abbandonare i piedi nelle nostre mani costituisce un atto di grande fiducia nei nostri confronti, in quanto in natura l’immobilizzazione del piede significherebbe estrema vulnerabilità. Per questo insegnare al nostro amico orecchiuto a “dare i piedi” non solo ci tornerà utile nel momento del bisogno (per la pulizia, per il pareggio e per eventuali cure), ma si rivelerà una pratica fondamentale per stabilire tra noi e lui un rapporto di fiducia reciproca.

Si può cominciare abituando l’asino al contatto. Un grattino dietro le orecchie, due pacche sul collo, carezze energiche a partire dal garrese per poi scivolare con piccoli e rapidi tocchi della mano giù lungo l’arto fino al piede. Il nostro sguardo sarà sempre opposto a quello dell’asino, sia per gli anteriori che per i posteriori. Per i posteriori la modalità è la stessa: si parte dal garrese, si procede sulla groppa e all’altezza del posteriore si scende giù con rapidi tocchi fino al piede, tenendosi sempre laterale e con il corpo parallelo a quello dell’asino. Le prime volte ci accontenteremo solo di questo, senza neanche prendere il piede, ma lo faremo ogni giorno, ogni volta che ne avremo la possibilità, in maniera costante, cercando di rispettare sempre la stessa successione. La mia è anteriore sx, anteriore ds, posteriore ds, posteriore sx, in un movimento orario. Dopo quattro o cinque giorni oseremo un pochino di più, inducendo l’animale a sollevare lui stesso il piede sotto la pressione della nostra mano, aiutandolo magari una volta trovata la chiave che glielo faccia alzare, ma senza mai, per nessun motivo, afferrarlo con la mano dal pastorale.

È molto importante in questa fase che l’asino sia ben bilanciato, con il peso sul diagonale giusto. E’ necessario chiarire che in posizione di riposo gli equidi usano spostare il peso del corpo su due piedi alla volta, uno anteriore e uno posteriore, sempre contrapposti, su quello che è, appunto, l’asse diagonale. Quando l’asino pesa sull’anteriore destro ed il posteriore sinistro gli altri due piedi saranno in riposo e pronti da alzare e viceversa. E’ praticamente impossibile sollevare il piede che regga in quel momento il peso dell’animale, almeno fino a quando quest’ultimo non provveda lui stesso a spostare il peso sull’altro diagonale. Ma come fare, a questo punto, a sapere su quale diagonale sia l’asino nel momento in cui ci accingiamo a voler sollevare un piede? Un occhio attento ed allenato impara a riconoscere questi sottili giochi di peso al primo sguardo, ma in linea di massima possiamo identificare ad esempio un anteriore “scarico” in quello che viene portato più avanti, mentre quello più sotto l’asino è quello che porta il peso. Per i posteriori è esattamente il contrario; il piede sotto la pancia dell’animale è solitamente quello che possiamo prendere. Prendete queste indicazioni con molta elasticità e torniamo piuttosto al nostro metodo di insegnamento.

Il primo giorno in cui solleveremo i piedi al nostro asino, uno alla volta nella successione in cui lo abbiamo abituato, ci basterà un piccolo segno di fiducia da parte sua nel dimostrarci di poter sostenere il piede anche solo per pochi secondi. Quando il piede sarà sollevato lo sosterremo dalla punta dello zoccolo perché è lì che all’asino disturba meno. Se sentiamo il piede un po’ in tensione possiamo rilassarlo con piccoli movimenti circolari, per abbandonarlo dolcemente nel momento in cui sia rilassato. Ciò che non va assolutamente fatto è liberare il piede quando l’asino decide di toglierlo. Bisogna che azzecchiamo il momento giusto per abbandonarlo di nostra iniziativa e quel momento è quando l’asino ha affidato con fiducia il piede sulla nostra mano. Questo lascerà all’animale un’esperienza positiva e allo stesso tempo il rilascio del piede nel momento giusto fungerà da “rinforzo positivo”, ovvero una sorta di premio per aver fatto la cosa giusta. Gli asini sono animali svegli e imparano presto. Basta essere molto chiari su che cosa ci aspettiamo da loro. Giorno dopo giorno possiamo aumentare gradualmente il tempo in cui lo zoccolo é sulla nostra mano. A questo punto possiamo impugnare il nettapiedi e dedicarci alla pulizia degli zoccoli del nostro asino, pratica fondamentale per chiunque tenga davvero al proprio animale.