LA LAMINITE: QUESTIONE DI GRADI. Daniele Corsi su miti e leggende della più temuta patologia dello zoccolo (Quarta puntata)

asino che ride

“Da un attacco di laminite non si esce aggiungendo, ma diminuendo”: questa la chiave principale di quanto Daniele Corsi ci spiega oggi, ipotizzando la triste situazione in cui si debba constatare che proprio di laminite si tratta. Sembra lo stesso monito dei pediatri quando avvertono le madri in apprensione: se ha 40 di febbre e non ha fame è perché il bambino sa benissimo d’istinto che serve il digiuno, per guarire. Non insistete, ha ragione lui. Leggiamo dunque cosa fare – ma soprattutto cosa non fare – per portare a guarigione l’asino sofferente.

 

Nella precedente puntata abbiamo parlato delle cause che provocano la laminite. Avendo accertato che il fattore scatenante è nella quasi totalità dei casi di tipo alimentare, mai come in questo caso è opportuno tirare in ballo il famoso slogan che recita: “PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE!”. Ma se avete cominciato a leggere questa rubrica a puntate troppo tardi eccovi alcune semplici direttive per uscire fuori da un caso di laminite.

Il vostro asino o cavallo non si muove o è spesso a terra. Non riesce a camminare e quando è in piedi assume la classica posizione da laminite, con gli anteriori portati in avanti per scaricare tutto il peso sui posteriori. È laminite certa.

La prima regola è eliminare la causa. Cancellare il dolore dell’animale può alleviare la sua sofferenza, ma non basta per metterlo fuori pericolo. Anzi, come vedremo prestissimo, quando c’è in atto un attacco acuto di laminite le medicine sono sempre un’arma a doppio taglio e bisogna prestare molta attenzione. Ma andiamo per ordine.

A volte è molto semplice individuare la causa della laminite, ma altre volte bisogna davvero mettersi nei panni di un detective per capire che cosa la abbia scatenata (più in là parleremo anche delle infinite possibilità e combinazioni che possono mettere a rischio le lamine degli zoccoli dei vostri amici).

Una volta individuata la causa va eliminata subito e definitivamente. Se l’asino è al pascolo dovrà essere privato della possibilità di mangiare erba. Se ha troppo fieno a disposizione andrà ripristinata la giusta quantità. Se il fieno è troppo ricco (erba medica, semi, etc) andrà cambiato il fieno e se necessario andrà mescolato a paglia, perché sia ancora più povero. Per non parlare dei vari “premi” e ghiottonerie a cui lo avete abituato, che dovranno scomparire. L’animale deve essere a dieta ferrea.

fieno

Per quanto riguarda il dolore, immergere gli zoccoli anteriori in secchi pieni di ghiaccio può contribuire ad alleviarlo parecchio. In fase acuta l’animale andrà comunque aiutato a stare in piedi con dell’antidolorifico che non dovrà in nessun caso essere somministrato per via orale, come anche eventuali sfiammanti prescritti dal veterinario, ma via endovena, in quanto gran parte dei medicinali per bocca sono resi appetibili e impastati con sostanze che non fanno altro che aggravare un metabolismo già di per sé sofferente. Ogni altro medicinale che possa incidere negativamente sul metabolismo (antibiotici, etc) andrà quindi attentamente valutato e possibilmente eliminato.

Sembra assurdo, ma da un attacco di laminite non si esce aggiungendo (medicinali, integratori, etc), ma diminuendo. Vi ricordo che io non sono un veterinario e vi sto solo rendendo partecipi dell’esperienza che mi porta a scrivere con estrema convinzione le cose che ho appena scritto. Per il momento mi fermo qui.

La prossima volta parleremo anche dell’importanza che riveste il pareggio naturale degli zoccoli e di come proseguire una volta che l’asino sia uscito fuori dalla fase acuta della laminite.